stria nel 1938 con le principali miniere italiane produttrici di zolfo grezzo con i dati di produzione annua:

1. Cabernardi-Percozzone Ancona 68.000 tonnellate/annue

2. Perticara Pesaro-Forlì 40.000 "

3. Trabia Imera (Sommatino)  Caltanisetta 32.000 "

4. Grottacalda Pietragrossa Enna 25.000 "

5. Tallarita Imera (Riesi-Sommatino) Caltanisetta 18.000 "

6. Cozzo Disi Madonna Agrigento 18.000 "

7. Gibisa San Michele Agrigento 14.000 "

8. Trabonella Caltanisetta 14.000 "

9. Montagna Aragona Agrigento 12.000 "

10. Floristella Enna 12.000 "

11. Colle Croce N.S. Palermo 8.500 "

12. Giumentaro Capodarso Enna 8.000 "

13. Isca della Palata Benevento 7.500 "

14. Stincone Caltanisetta 7.000 "

15. Baccarato Condominio Enna 6.500 "

16. San Giovannello Lo Bue Agrigento 6.500 "

17. Formignano Forlì 6.500 "

18. Gessolungo Caltanisetta 5.500 "

19. Juncio Testasecca Caltanisetta 5.000 "

4. Notizie storiche sulle solfare siciliane, tracce sul lavoro dei minatori, sulle miniere, testimonianze ed alcuni passi di Sciascia e Pirandello.

Nel decennio 1945-1955 gli zolfatari si dovettero impegnare in una serie di scioperi che durarono fino a 60 giorni fino ad ottenere una legge regionale per il rispetto obbligatorio del contratto nazionale di lavoro.

Nel 1950 la produzione del minerale si era assestata intorno alle 130.000 tonnellate e gli addetti erano intorno alle 10.000 unità su 119 miniere attive. La breve congiuntura favorevole innescata in seguito alla guerra di Corea riportò l'occupazione a 12.000 unità nel 1952, ma il successivo calo dei prezzi internazionali la ridusse a soli 7.000 addetti nel 1960.

Nelle poche miniere rimaste attive negli anni settanta veniva prodotto zolfo che aveva costi proibitivi, circa sei volte maggiori rispetto a quello prodotto con la raffinazione frazionata del petrolio. Nel 1978 la produzione del minerale si aggirava intorno alle 64.500 tonnellate e per la Regione Siciliana costituiva sul piano economico un'onere decisamente insopportabile. A causa degli elevati costi di gestione il disavanzo andò sempre più crescendo raggiungendo nel 1978 circa 24 miliardi.

Alla metà degli anni 80 delle nove miniere teoricamente ancora in funzione (Cozzodisi, Lucia e Ciavalotta in provincia di Agrigento; Floristella, Giumentaro e Giancagliano nella provincia di Enna; Gessolungo, Trabonella e La Grasta nella provincia di Caltanisetta) solo la Cozzodisi rimase in manutenzione, ma con la prospettiva della totale chiusura.

Da quel momento iniziò il lento degrado degli impianti minerari, la scomparsa dei minatori, degli operai addetti ai forni, del ricordo dei "carusi", e lentamente verranno dimenticate sia le miniere che il sacrificio di migliaia di vite rimaste nelle gallerie a seguito di incidenti o scoppi di grisou.

Il tempo definitivamente porterà a dimenticare, e solo grazie a chi ha

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