LE MINIERE  DI  ZOLFO

DELLA SICILIA CENTRALE - ENNA AGRIGENTO E CALTANISSETTA -

Sommatino e la sua miniera

Notizie storiche e geologiche sui giacimenti solfiferi, sulle lavorazioni ed infine il ricordo di un minatore ed un mestiere che fù

Lo zolfo era conosciuto fin  dall'antichità e già nel primo medioevo  era utilizzato dagli alchimisti per la preparazione dei loro prodotti. Lo zolfo ha avuto nel corso dei secoli un vasto utilizzo nell'economia di varie nazioni. Questo minerale, di rara bellezza cristallografica ed incantevole colore appare con il suo fascino in tutte le vetrine dei musei e dei collezionisti del mondo. Questi sono soltanto campioni provenienti dalle miniere italiane, i migliori in senso assoluto.

L'Italia dall'Emilia alla Sicilia è ricca di depositi evaporatici, sedimenti dovuti all'evaporazione di un bacino marino che rimane isolato e sul cui fondo si depositano i sali contenuti in acqua. Si tratta di depositi dell'era terziaria, più esattamente del Miocene superiore, che si trovano in quasi tutti i paesi che circondano il bacino del Mediterraneo. Geologicamente sono compresi tra le marne (argille con elevato contenuto di carbonato di calcio) e le argille del Tortoniano superiore (lasso di tempo caratterizzato dalla deposizione di sedimenti fini di mare profondo) e la formazione dei Trubi del Pliocene inferiore, depositatesi in corrispondenza di una crisi di salinità del bacino mediterraneo.

CENNI STORICI SULLO ZOLFO

Lo zolfo fu senza dubbio il primo elemento trovato dai cavatori e la sua storia è legata non solo alla Sicilia, ma diversi e non meno importanti sono stati i giacimenti scoperti (fine del 1700) in Romagna (zona di Novafeltria e Mercato Saraceno), nelle Marche (Ca Bernardi, Valotica e Pergozzone), nel Lazio (Pomezia) ed in Calabria (Strongoli). In Sicilia si sono trovate le prime vestigia delle coltivazioni minerarie risalenti al 200 a.c.. Per coltivazioni s'intende il processo d'escavazione e successivo utilizzo del minerale estratto.

Lo zolfo veniva usato nel campo della medicina da tempo immemorabile; i Romani mescolandolo ad altre materie combustibili ne fecero per primi dell'uso bellico. In seguito, i Cinesi mescolandolo al salnitro ed al carbone l'usarono come polvere pirica, unico esplosivo di guerra fino alla soglia del 1900.

Dopo la scoperta del metodo Le Blanc (1787) per la fabbricazione su scala industriale della soda, l'isola siciliana fu attraversata da carovane di muli, asini e perfino cammelli che portavano il minerale dalle miniere al mare. Con lo sviluppo dell'industria dell'acido solforico sull'economia siciliana si resero sensibili i benefici dell'esclusività dell'estrazione.

Dal 1830 in poi l'industria dello zolfo ebbe però alterne vicende poiché le giacenze erano maggiori delle richieste e nel contempo si cercava di produrre lo zolfo per altre vie meno costose, per esempio si preferiva l'arrostimento delle piriti.

L'industria ebbe momenti di nuova produttività e da tutta Europa la richiesta divenne di nuovo elevata a causa della comparsa di una malattia "l'oidium" (fungo parassita della vite) che aveva cominciato a devastare i vigneti. L'unico rimedio efficace si dimostrò l'irrorazione con zolfo polverizzato mescolato con acqua. Da quel momento l'estrazione dello zolfo s'affiancò a quella della raffinazione e molitura (macinazione) dello zolfo in polvere. La produzione continuo' con fervore fino al 1893. In seguito s'ebbe un forte calo e

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