Dopo tanto disordine, alla fine rimasero solo due famiglie a contendersi l'eredità: la famiglia dei Sammaniato e dei Lanza Lucchesi.

Di questi ultimi pretendenti, i Lanza, dopo un anno di liti e discordie, riuscirono ad ottenere il repertorio dei beni del Gaspare (14.1.1637) e quindi l'investitura della terra e dello Stato di Sommatino il 21.1.1637 con Don Ottavio e Donna Giovanna Lanza.

Don Ottavio ebbe molta influenza anche nei moti del 1647 a Palermo, usando molta violenza sui rivoltosi, per questo rimase in odio ai Palermitani, e, preferì ritirarsi nella sua Mussomeli occupandosi delle amministrazione delle tasse.

Ad Ottavio Lanza era successo il figlio Aloisio, il quale, il 15.1.1705 prese il titolo di Conte di Sommatino.

I Lanza si tramandarono l'investitura da padre a figlio, fino ad arrivare a Giuseppe Lanza il quale col matrimonio con Donna Stefania Branciforte ha accresciuto l'immenso patrimonio di Camastra, Dammisa, Trabia, Sommatino e Mussomeli con Pattineo S. Stefano di Camastra, S. Agata di Militello, ed altre terre ancora.

  Il 4.12.1811 si investì a Conte di Sommatino, e per il paese, fu l'ultimo Conte della storia, poiché nel 1812 il Parlamento siciliano abolì il feudalismo e suddivise la Sicilia in 23 distretti con gli stessi diritti e la stessa legge di tutta la popolazione del Regno.

Nel 1817 Ferdinando Borbone portava in Sicilia un ordinamento nuovo, conservando i vecchi distretti raggruppandoli in 7 vallate.

Con l'abolizione del Feudalesimo (1812), finisce il dominio dei Lanza; la Provincia di Caltanissetta è divisa in tre distretti, a capo dei quali c'era un Sottointendente

Nel primo distretto che era quello di Caltanissetta c'erano compresi: il Comune di Sommatino, Delia, S. Cataldo, Mussomeli, Sutera, Serradifalco, Resuttano, Villalba, Montedoro, Marianopoli, Buonpesiere Campofranco e S. Caterina.

Nel secondo distretto, quello di Piazza Armerina, erano compresi: Barrafranca, Castrogiovanni, Pietraperzia, Aidone, Calascibetta, Priolo, Valguarnera e Villarosa.

Nel terzo distretto, quello di Terranova, erano compresi: Butera, Mazzarino, Riesi e Niscemi.

Con l'inizio dell'800, dopo l'abolizione dei feudi, comincia per Sommatino una nuova era di prosperità e benessere; l'estrazione dello zolfo, nelle miniere, dà lavoro a centinaia di operai, mentre la coltivazione dei campi e la pastorizia prosperano e si sviluppano, nascono altri mestieri e nuove attività artigianali. Sotto questa buona floridezza, il paese si estende e la popolazione si sviluppa, aumentando sensibilmente fino a raggiungere verso la fine del secolo, 5400 abitanti; pur essendo stati raggiunti nel 1837 dallo scoppio del colera che, provocò più di cento morti, mettendo in ginocchio tutta la popolazione riducendola in miseria, stanca ed affamata, isolata anche dagli altri paesi limitrofi per paura dell'infezione.

Mentre la situazione si va trasformando, scoppiano i moti del 1848, con scontri e disordini violenti in tutta la Sicilia; si formò così un governo provvisorio, istituendo da per tutto, la "Guardia Nazionale" con l'arruolamento di 363 militi, capitanati dal dott. Don Calogero Chinnici per sorvegliare giorno e notte ed evitare eccessi di violenza, furti e delitti, che a Sommatino fu  caratterizzata da anarchia e disordini da vendette private, sconvolta e danneggiata gravemente da un'onda di delinquenti.

A dieci anni circa dell'Unità d'Italia, sopraggiunse una grave crisi economica che si congiunse alla lotta contro il brigantaggio, all'odiosa imposta sul macinato agli effetti disastrosi della guerra del 1866, al mancato sviluppo di alcune industrie, agli scioperi dei contadini e  minatori  ed agli effetti disastrosi del colera del 1867.

Sommatino soffriva, come tutti i paesi dell'isola, del mancato sviluppo dell'agricoltura, della pastorizia e dell'industria mineraria;


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Nel successivo censimento del 1595, furono contate 702 anime e 203 fuochi, mentre i paesi limitrofi, Riesi, Ravanusa e Delia erano ancora allo stato feudale.

Con la morte della Contessa Donna Giovanna e del Conte Gaspare, (senza eredi) la situazione politica fu caotica e disordinata con tanti parenti a contendersi il trasferimento di proprietà e quindi la Contea di Sommatino.